Sudafrica
Dire: "squali" e pensare al Sudafrica è un'associazione naturale. Quale migliore destinazione per incontrare le più disparate specie di squalo in un ambiente tra i più selvaggi al mondo e non ancora meta del turismo di massa?
Stretto tra l'Oceano Indiano e quello Atlantico, il Sudafrica è un contenitore di colori e di emozioni sopra e sotto la superficie dell'acqua.
Non è infrequente avere la sensazione di essere stati proiettati in un documentario del National Geographic mentre, seduti sul tubolare del gommone, si è sulla via per la prossima immersione: balene, mante, squali, delfini e altri grandi predatori è molto probabile che vangano a farvi visita, ancor prima che entriate in acqua.
Moneta
La moneta locale è il Rand (100 Rand equivalgono a circa 7 euro), ma vengono comunemente accettati anche gli Euro (preparatevi ad essere fregati sul cambio).
Copertura cellulari e wi-fi
Si nella maggior parte delle zone.
Gaansbai e la Provincia del Capo
Incontrare il Grande squalo bianco, "Lo squalo" per antonomasia, non è così difficile come si può pensare.
La zona di Cape Town, in Sudafrica, è per definizione la destinazione "di ingresso" per questo tipo di avventura che molti sognano. Il punto di partenza per le immersioni in gabbia con il Grande bianco è Gansbaai. Cittadina di pescatori che conta circa dodicimila anime, Gansbaai si trova in una baia rocciosa e circondata da scogliere a picco sul mare. L'intera zona offre svariate possibilità di fare del turismo che non sia necessariamente legato all'attività subacquea: la Garden Route, Città del Capo, Robben Island e le fabbriche di diamanti sono solo alcune delle attrazioni disponibili in zona. Se a questo si aggiunge il fatto che questo tipo di immersione non richiede un brevetto subacqueo, il gioco è fatto: chiunque può coronare il sogno di trovarsi faccia a faccia con uno squalo bianco, basta che abbia il coraggio di entrare in acqua.
L'acqua è freddina tutto l'anno (mediamente 17-19 gradi in superficie) e il tempo spesso è inclemente. D'altra parte siamo nei pressi del punto di incontro tra gli oceani Atlantico ed Indiano ed il nome "Capo di Buona Speranza" ha fatto tremare generazioni di marinai non senza motivo. Tuttavia, scegliendo il periodo più adatto, è possibile indossare una muta e fare l'incontro della vita con una percentuale di successo negli avvistamenti pari a quasi il 100%. Normalmente, nel corso di una giornata si avvistano dai 10 ai 15 esemplari diversi. Non male, no?
Visto da fuori... | ...e visto da dentro | Adrenalina pura |
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Nelle foreste di kelp | Otarie di Dyer Island.....carine, ma poco amichevoli | Il cielo si incendia.. |
Tramonti sul Capo |
Sistemazioni
La zona è tra le più ricche di tutta l'Africa ed offre svariate possibilità di pernottamento. Dall'hotel tradizionale, alle guest house, lo standard è sempre molto elevato a prezzi piuttosto abbordabili. Sono in particolare le guest house ad offrire la possibilità di vivere un'esperienza diversa dal solito in un contesto molto particolare: normalmente affacciate direttamente sul mare, e con giardino privato, vi faranno passare la voglia di uscire di casa.
Come arrivare
Di norma si vola su Cape Town via Johannesbourgh. Il viaggio dura dalle dodici alle quindici ore, a seconda degli scali. Ricordatevi di sdoganare il bagaglio a Johannesbourgh, anche se dall'aeroporto di provenienza dovessero dirvi che arriverà direttamente a destinazione. Non lo farà , ve lo possiamo garantire. Una volta a Cape Town, è consigliabile affittare un'auto in loco, per gli spostamenti nella Provincia. Occhio perchè la guida è a destra, come in Inghilterra.
Immersioni
Parlare di immersioni è, in realtà , fuorviante. Ci si imbarca al porticciolo di Gansbaai e, con una mezz'ora di navigazione si raggiunge Dyer Island dove risiede una colonia di otarie del Capo (lo spuntino preferito dello squalo bianco). A seconda del numero di partecipanti, si viene divisi in gruppetti (fino ad un massimo di sei unità ) che si alternano all'interno di una gabbia, assicurata a pelo d'acqua ad una fiancata della barca (casomai te lo stessi chiedendo, la risposta è: no, non ci si può immergere fuori gabbia). Gli squali faranno il resto. Se hai una tua muta (meglio se semistagna, o addirittura stagna) portala con te. Questo per due motivi: Il primo è che in gabbia, stando fermi, dopo un po' si sente freddo. Il secondo è che, se hai un brevetto sub, potrai vivere un'esperienza thrilling: immergerti a ridosso di Dyer Island in mezzo alle otarie e al kelp.
Di norma ci si immerge in gabbia due volte, rimanendoci dalla mezz'ora ai quaranta minuti per volta. Nel corso della prima immersione è utile avere uno snorkel, dal momento che gli squali tendono inizialmente a non fidarsi del rumore prodotto dagli erogatori. La seconda immersione, invece, prevede - per chi lo desidera - l'uso di un erogatore. Se non sai di cosa stiamo parlando perchè non sei un sub, semplicemente nel primo caso respirerai da quello che viene comunemente chiamato da chi fa snorkeling "boccaglio" o "tubo", mentre nel secondo caso da un aggeggio che ti fornirà aria continuamente, così come se indossassi delle bombole da immersione.
Se non ti va di entrare in acqua, non c'è problema. La barca è dotata di un ponte superiore dal quale ti potrai godere lo spettacolo tenendoti all'asciutto e a debita distanza.
Tutta l'attrezzatura è noleggiabile al centro immersioni, ma badate che le mute sono delle umide da 5mm che per noi subacquei da "Mediterraneo" equivale a dire andare a sciare in bermuda a gennaio.
Corsi e workshop abbinati alla destinazione
Workshop squalo bianco
Durban e Umkomaas
Per chi ama le immersioni con gli squali il KwaZulu Natal è una località conosciuta: squali tigre, pinna nera, toro e zambesi lì sono di casa. L'aeroporto di riferimento è quello di Durban, ma a circa un'ora d'auto in direzione sud si arriva ad Umkomaas, una cittadina di tremila anime che fa da base di partenza per la maggior parte delle immersioni disponibili in zona. Siamo sull'Oceano Indiano e, a circa 5km dalle coste del KwaZulu Natal, si raggiunge Aliwal Shoal, un reef ricco di vita e.. di squali, meta di migliaia di subacquei ogni anno. E' anche possibile raggiungere alcuni altri punti di immersione come i famosi "Cathedral" e "Raggie cave", frequentati da diversi squali toro (C. taurus).
Nei giorni in cui il mare non consente di uscire in barca (e può capitare) la vicina Durban offre alcune attrazioni, tra le quali il famoso "uShaka Marine World". Non che ci facciano impazzire gli acquari, ma può valere la pena di farci una rapida visita, così come la zona del mercato e del porto. Un consiglio: Durban non è Oslo ed è meglio evitare di gironzolare da soli, specialmente di sera, a meno che non vi accompagni qualcuno del luogo che sa valutare dove sia opportuno andare e dove invece non lo sia.
Un po' di traffico | Aspettando di uscire | Black tip |
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In buona compagnia | Black tip | Raggie cave |
Sistemazione
Così come per la Provincia del Capo, la soluzione migliore è affidarsi ad una delle tante guest house gestite da Afrikaner, sparse per il KwaZulu-Natal. L'atmosfera è familiare e il trattamento è sempre di prima classe. Un modo per vivere più da vicino la vita e la cucina della regione.
Come arrivare
Non esistono voli diretti su Durban, la città di riferimento della regione. E' quindi necessario fare scalo a Johannesbourgh ed imbarcarsi sul primo volo per Durban. Occhio a sdoganare il bagaglio a Johannesbourgh e a reimbarcarlo, o riceverete l'attrezzatura subacquea a vacanza finita, il che è seccante..
Le immersioni
Le immersioni nella zona di Durban sono sempre una sorpresa. O meglio, l'immersione inizia già sul bagnasciuga, visto che l'uscita in mare aperto con il gommone vale già tutta la vacanza. Di norma, aiuterete il barcaiolo a mettere in assetto di decollo il gommone, dopodichè ci salirete, indosserete i giubbotti di salvataggio e vi assicurerete al gommone infilando i piedi in appositi strap posti sul fondo dell'imbarcazione. Perchè? Perchè altrimenti quando supererete "volando" la barriera corallina, farete un bel volo fuori bordo.
Le immersioni sono di diverso tipo: da quelle nel blu con squali tigre e (tanti, tantissimi) pinna nera oceanici, a quelle sul reef alla ricerca degli squali toro. Il mare è generalmente tendente al nervosetto, ma ciò che vedrete prima, durante e dopo l'immersione vi ripagherà abbondantemente dell'eventuale sballottamento. In realtà le cattive condizioni del mare non sono la regola. Con un po' di fortuna, vi troverete in mezzo al mare con condizioni d'onda simili a quelle di una piscina. Questo tipo di destinazione richiede tre requisiti fondamentali: un brevetto sub, almeno un centinaio di immersioni alle spalle e un buon assetto. Il rientro in spiaggia è anche meglio della partenza, ma non vi spiego il perchè se no vi rovino la sorpresa.
Corsi e workshop abbinati alla destinazione
Workshop squalo tigre o Shark Human Interaction 1